Il cancro al seno “triplo negativo” (TNBC, dall’inglese triple-negative breast cancer) rappresenta una delle neoplasie femminili più aggressive, che colpisce le donne in giovane età, contro il quale la scienza medica dispone di scarsissime armi. E’ fondamentale quindi investire fondi per la ricerca farmacologica oltre che sensibilizzare l’importanza della tempestività nella diagnosi. Il nome “triple negative” deriva dal fatto che le cellule di questo tumore non presentano sulla superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono dirette le cure più efficaci. I bersagli sono i recettori per gli estrogeni, quelli per i progestinici e HER2, un recettore per il fattore di crescita epiteliale. Questa negatività ha degli importanti risvolti sia prognostici che terapeutici; si tratta infatti di tumori che non rispondono alle manipolazioni ormonali con farmaci tipo antiestrogeni (per la negatività di recettori per estrogeni e per progesterone) e nemmeno a farmaci a bersaglio molecolare anti HER2, per la negatività del recettore corrispondente. Quindi le armi a disposizione restano la chemioterapia, con numerosi schemi, e la terapia con un farmaco a bersaglio molecolare che ostacolano l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi, quali il bevacizumab, che però può essere fatto solo in alcuni casi. In mancanza di questi bersagli non resta che affidarsi alle chemioterapie tradizionali che, tuttavia, non danno risultati soddisfacenti. Servono, dunque, nuove strategie terapeutiche.
Per maggiori informazioni si rimanda a pubblicazioni scientifiche specifiche.